La libertà si compra in vaffansoldi
Cosa e quanti sono i soldi più importanti che devi mettere da parte.
A Lavarone, in provincia di Trento, c’era un discobar, Il Triangolo, con una sala da bowling un po’ vintage al piano interrato, dove i telefoni non prendevano. Ero lì, in ferie, a inizio novembre, quando a un certo punto sono uscita dal locale e, sotto la neve, con un cappotto troppo leggero per quelle temperature, ho presentato via telefono per 42 minuti a un cliente, perché così voleva il mio capo, troppo capo per presentare lui a un cliente con così poco budget.
Questa non è la storia della mia incapacità di vestirmi in maniera consona al clima, o dell’illuminazione divina che mi ha fatto ricordare a memoria l’ordine delle slide, bensì quella del perché non mi sono licenziata quella sera. Ero piena rasa di quel lavoro e soprattutto di quel capo e delle sue angherie. Però vivevo di stipendio in stipendio. A Dobby bastava un calzino per essere libero, a me servivano dei vaffansoldi che coprissero per qualche mese le mie spese vive. Ne avevo: zero.
In inglese si chiamano f*ck you money e sono quelle risorse in contanti e immediatamente disponibili che servono a tirarsi fuori da una situazione diventata insostenibile.
Li chiameremo vaffansoldi per non incorrere in censure ministeriali per uso reiterato della lingua inglese e perché non so quanto il turpiloquio sia tollerato su substack.
Ti sarà capitato almeno una volta di pensare di licenziarti perché non ne potevi più del tuo lavoro. O di voler scaricare un cliente insopportabile, ma di non poterlo fare perché il tuo fatturato dipende in massima parte da quella commessa.
Magari hai pensato di lasciare la persona con cui stai, eppure non puoi perché ne dipendi economicamente, come il 31% delle donne italiane dipende dal proprio partner.
I vaffansoldi servono per mandare a quel paese cose o persone che ti fanno stare male senza doverti preoccupare per qualche mese di come campare.

I vaffansoldi possono anche servire in contesti non drammatici.
Semplicemente, puoi aver voglia di metterti in aspettativa dal lavoro per imparare l’arte della ceramica. Potresti voler seguire la tua fidanzata che ha vinto una borsa di studio per andare alla ricerca di Bigfoot.
O accettare quel lavoro all’estero senza bruciarti il TFR tra trasloco e anticipo dell’affitto.
Come calcolare quanti Vaffansoldi ti servono
Dovresti essere familiare con il concetto di spese mensili fisse, ne abbiamo già parlato nel primo numero della newsletter. Quelli sono i soldi che ti servono per vivere.
Per calcolare quanti vaffansoldi ti servono, moltiplica le tue spese mensili per sei.
Se, ad esempio, le tue spese ammontano a 1000 euro al mese, 6000 euro è la cifra minima che dovresti puntare ad avere da parte, in una linea non vincolata del tuo conto in banca, in modo che sia disponibile nel giro di pochissimo.
In realtà, il numero di mesi da coprire dovresti deciderlo tu in base alla tua propensione al rischio, alla tua rivendibilità sul mercato del lavoro oppure al tempo che ti serve per mettere a regime la tua attività in proprio, se questo è il tuo piano.
Per mettere da parte i vaffansoldi che ti servono, puoi usare lo schema SMART che hai visto nella seconda puntata di Incipit. Se te la sei persa, eccola.
Ep 2 - Purpose, obiettivi e altre cose rubate al marketing
Nel periodo in cui ho lavorato come digital strategist in un’agenzia di consulenza, trascorrevo le mie giornate a spiegare ai clienti come raggiungere obiettivi di medio e lungo periodo, elaboravo roadmap che illustravano le magnifiche sorti e progressive dei brand che si affidavano alle mie cure.
La regola numero 1 dei vaffansoldi: non parlare dei vaffansoldi
Sarebbe buona cosa non rivelare a nessuno l’esistenza dei tuoi vaffansoldi, specialmente se sei una donna, sei in coppia e non hai un conto in banca esclusivamente tuo.
La libertà si compra (anche) con i vaffansoldi. Inizia a metterli da parte da adesso.
Incipit della settimana
Secondo la leggenda di famiglia, il nonno di Ferguson partì a piedi da Minsk, sua città natale, con cento rubli cuciti nella fodera della giacca, viaggiò a ovest fino ad Amburgo passando per Varsavia e Berlino, comprò il biglietto per una nave chiamata Empress of China che attraversò l’Atlantico in mezzo a violente tempeste invernali ed entrò nel porto di New York il primo giorno del ventesimo secolo.
Mentre aspettava di essere interrogato da un funzionario dell’immigrazione a Ellis Island, il nonno di Ferguson attaccò discorso con un altro ebreo russo. Quello gli disse: Scordati il nome Reznikoff. Qui non te ne fai niente. Per la tua nuova vita in America ti serve un nome americano, uno che suona bene in americano. Poiché nel 1900 l’inglese era ancora una lingua straniera per lui, Isaac Reznikoff chiese suggerimento al più esperto e maturo compatriota. Di’ che ti chiami Rockefeller, fece quello. Cosí vai sul sicuro.
Passò un’ora, poi un’altra ora, e quando si accomodò per rispondere alle domande del funzionario, il diciannovenne Reznikoff aveva già dimenticato il nome che gli era stato suggerito da quell’uomo. Nome?, chiese il funzionario. Battendosi la fronte indispettito, lo stanco immigrato se ne uscí in yiddish, Ikh hob fargessen (Non me lo ricordo piú)! E fu cosí che Isaac Reznikoff cominciò la sua nuova vita in America come Ichabod Ferguson.
Paul Auster, 4321, edito da Einaudi.
Lo trovi qui, sempre in affiliazione.
52 week challenge
Per chi segue la challenge, la cifra di questa settimana è 50 euro. Così raddoppiamo subito e non ci pensiamo più, che dici?
Mi hai ricordato la storia che mi raccontò mia nonna del suo viaggio dalla Calabria, per "fuggire" a Milano. Lei i suoi Vaffansoldi, li nascose nelle anse cucite della sua gonna. Perchè all'epoca, sui treni notturni (ma non solo) salivano persone poco raccomandabili che raccoglievano "il pizzo" degli emigranti.