Da grande voglio fare la vecchia
Bere rosé quando mi pare, indossare le perle per andare a teatro con le amiche e tante altre cose abbastanza costose.
Sono in veranda, seduta ad un tavolo rotondo con mio marito e una coppia di amici. È una veranda piccola, riparata, si sente il rumore del mare in sottofondo, ma non la confusione tipica dell’estate. Forse è il 25 aprile o il Primo Maggio. Il tavolo è pieno di carte da gioco, i punti non li tengo io, nessuno si fida.
È quasi il tramonto, un’altra coppia viene fuori dalla porta di casa e ci chiede se vogliamo aprire un rosé, rispondo di sì. Gli altri protestano perché quando bevo un po’ divento competitiva. Alla fine, il rosè lo apriamo. Ridiamo.
Siamo lì per il ponte lungo, stiamo giocando a burraco o a un altro gioco che implica tenere tante carte in mano. Non ho idea di che gioco sia, perché non so giocare a carte.
Non adesso. Ma, quando quello che ti ho descritto diventerà realtà, saprò farlo.
In quella veranda ho i capelli vaporosi e bianchi, e uno scialle leggero perché al mare è l’umidità che ti frega. Ho più di sessant’anni e sono in pensione, come tutti gli altri al tavolo.
La newsletter di Domitilla Ferrari di questa settimana si chiude con una domanda.
E tu, come vuoi invecchiare?
Come sopra, direi. Non è la prima volta che inciampo in questa domanda, alla quale ho la risposta da ben prima che mi venisse posta.
Ho spesso pensato a come sarei stata da anziana, una signora che va a teatro il giovedì pomeriggio con le amiche, con la collana di perle e la borsa a mano.
Quello a cui non avevo mai pensato, però, è che questi sogni ad occhi aperti dipendono da quanto prenderò di pensione.
Non ho alcuna intenzione di andare in pensione a 70 anni, voglio farlo prima. E so benissimo anche se non sono un economista che l’attuale sistema pensionistico pubblico non può reggere il colpo di una natalità che scende inesorabilmente e di una popolazione sempre più vecchia. Aborro l’idea che si debbano fare figli per pagare le pensioni (ne riparleremo) ma il sistema si regge su questo.
Aggiungiamoci anche che le donne, oltre al gender pay gap, soffrono anche il pension gap. Pensioni fino al 30% inferiori a quelle degli uomini. Sì, siamo più povere da pensionate.
Non mi sbatto nemmeno a imparare a giocare a burraco, a questo punto.
E quindi che si fa?
L’esercizio di oggi è chiederti quando vuoi andare in pensione (se la cosa dipendesse solo da te) e che tipo di persona pensionata vuoi essere.
Vuoi fare la crociera intorno al mondo? Vuoi imparare a fare le torte per i tuoi nipoti? Vuoi sedere in prima fila alla stagione dei balletti della Scala? Chieditelo, e poi immagina quanti soldi servono.
Se la tua azienda offre l’adesione ad un fondo pensione, fallo. Se la tua azienda contribuisce al fondo pensione versando una percentuale di ciò che versi tu, fallo, sono soldi gratis.
Se è la prima volta che ti soffermi a pensare sull’opportunità o meno di avere un fondo pensione, ti consiglio di cominciare a raccogliere informazioni. Se hai paura di non poter più accedere a quei soldi se non fra molti anni (anche io lo pensavo), rilassati, perché ci sono diverse casistiche per cui puoi ritirarne una parte, tipo comprare una casa.
Che cos’è un fondo pensione, in breve
Un fondo pensione è una forma di investimento collettivo che ha lo scopo di raccogliere e gestire i contributi finanziari versati sia dai lavoratori che dai datori di lavoro, per ai partecipanti un reddito una volta raggiunta l'età pensionabile.
Questo strumento finanziario è pensato per integrare o, in alcuni casi, sostituire la pensione statale, offrendo così una maggiore sicurezza economica durante la fase di pensionamento.
Il funzionamento di un fondo pensione può variare a seconda delle leggi del paese in cui è istituito e del tipo di fondo stesso, ma generalmente segue alcuni principi base:
Contributi: I partecipanti al fondo versano regolarmente dei contributi. Questi possono essere fissi o variabili e possono essere detratti direttamente dallo stipendio del lavoratore o versati volontariamente.
Gestione del capitale: I contributi raccolti vengono investiti in azioni, obbligazioni, immobili da gestori professionali. L'obiettivo è quello di far crescere il capitale nel tempo, bilanciando il rischio e il rendimento in base alle politiche di investimento del fondo.
Benefici: Al momento del pensionamento, o in determinate condizioni specificate dal regolamento del fondo (come invalidità o malattia grave), i partecipanti ricevono i benefici accumulati sotto forma di rendita (pagamenti periodici) o, in alcuni casi, in un unico pagamento.
Fiscalità: I fondi pensione godono spesso di vantaggi fiscali, sia sui contributi versati (che possono essere deducibili dalle tasse) sia sui rendimenti generati (che possono essere tassati in modo agevolato o esenti).
Portabilità: In molti sistemi, i fondi pensione offrono la possibilità di trasferire il capitale accumulato da un fondo all'altro o di portarlo con sé in caso di cambio del datore di lavoro, mantenendo così continuità nel percorso di accumulo verso la pensione.
In soldoni, i fondi pensione rappresentano un meccanismo di risparmio a lungo termine che mira a garantire una fonte di reddito stabile e sicura per gli anni della pensione.
Sta a te decidere se la cosa ti interessa o meno.
Incipit della settimana
Niven, Le solite sospette, edito da Einaudi
52 week challenge
Oggi risparmiamo 1 euro per alleggerire il tema di oggi, che vi darà da pensare per un po’. E siamo a 171 euro.
Ciao Emanuele, spesso la proposta fatta dal datore di lavoro sblocca "la pigrizia". Il fondo pensione è una cosa che va fatta, sì certo, ma poi la faccio, eeeh vabbè dai l'anno prossimo, poi mi informo. Con l'adesione alla proposta del datore di lavoro almeno lo fai, poi quando diventi un minimo più sgamato capisci come/dove/se trasferirlo, no?
"sono soldi gratis" e soprattutto è quasi sempre l'unico motivo per cui avrebbe senso aderire, considerando il rendimento basso di questi fondi (certo, se l'alternativa è tenerli sul conto corrente o spenderli tanto per spenderli...). E sempre se non si è troppo giovani (l'importante sono i 35 anni di partecipazione) e se si ha una aliquota relativamente alta (in modo da "guadagnarci" di più dall'aliquota finale del 9-15%)