Nonostante, non perché
Sulla natalità, capire il PIL e immaginare un futuro dove siamo tutti il signor Brambilla.
Il signor Brambilla ha votato contro anche questa volta. Non vuole mettere il videocitofono, non vuole sistemare le cantine, non vuole rifare la scala completamente crepata. Vuole solo vedere Rete 4 e sistemare l’antenna condominiale. Antenna che non si può sistemare perché nel condominio non c’è la linea vita, un dispositivo di sicurezza per eseguire i lavori sul tetto. Bisognerebbe metterla, ma il signor Brambilla è contro. Costa troppo, e poi ai suoi tempi gli operai mica facevano tutte queste storie per salire su un tetto.
Il signor Brambilla potresti essere tu, o io, fra qualche decennio. Il signor Brambilla ha 77 anni, vive qui da quando è nato e vota sempre contro qualsiasi investimento di lungo periodo sul palazzo.
Immaginate 17.952.000 signori Brambilla. Saranno tanti, nel 2050, gli over 65 Italiani.
I giovani fino a 14 anni di età, sebbene nello scenario mediano si preveda una fecondità in parziale recupero, potrebbero rappresentare entro il 2050 l’11,2% del totale, [...]. Infatti, sul piano dei rapporti intergenerazionali si presenterà un rapporto squilibrato tra ultrasessantacinquenni e ragazzi, in misura di oltre tre a uno.
Fonte: Istat. Previsioni della popolazione residente Base 1/1/22
Questo è il momento in cui qualcuno si alza in piedi e strilla che le donne (riproducendosi magari per partenogenesi) devono fare più figli perché, altrimenti, “nessuno ci pagherà le pensioni!1!!!!!!!!!”
Mi piacerebbe vedere le facce dei figli di queste persone, che scoprono così, da un commento con la bava alla bocca su Facebook, che i loro genitori li hanno concepiti per fare un favore all’INPS. O per avere dei badanti gratis.
Una popolazione che invecchia in massa è un problema, ma non saranno le motivazioni razionali a convincere chi non vuole figli.
Perché, spoiler, non esistono motivi razionali per fare un bambino. Quelle stanno dalla parte di chi non ne vuole, e questo lo sa chiunque abbia un briciolo di raziocinio. I figli si fanno nonostante, non perché.
Ma qual è il problema di un Paese vecchio? Il problema che va al di là delle cose spicciole e delle accuse di egoismo?
È che in un Paese vecchio l’innovazione e gli investimenti sul futuro sono estremamente impopolari. In un Paese vecchio si campa alla giornata, tra bonus terme e devastazione dei conti pubblici a colpi di bonus edilizi. Qui e ora, tanto domani o siamo morti o ci vediamo alla bocciofila.
Una premessa di macroeconomia che finisce al Twiga
Il Prodotto Interno Lordo misura il valore di mercato di beni e servizi prodotti nel paese in un determinato periodo, convenzionalmente un anno. Non limitiamoci però a parlare di valore, perché il PIL rispecchia il reddito totale generato dalle attività che si svolgono in un Paese.
Esiste un’equazione – niente di complicato, giuro – che si chiama national income identity - e che scompone il PIL nei suoi elementi.
PIL = Consumi + Investimenti + Spesa Pubblica + (Esportazioni – Importazioni)
Consumi, Esportazioni e Importazioni sono voci intuitive, quindi le darò per scontate.
Gli investimenti rappresentano l’utilizzo di risorse adesso per incrementare la produzione futura e solitamente si attestano tra il 15 e il 25% del PIL. Comprendono sia quelli privati sia quelli pubblici.
Si tratta, ad esempio, di acquisto di macchinari da parte delle aziende, di case da parte dei privati o di costruzione di infrastrutture da parte dello Stato. Spendo oggi per avere un beneficio domani. Dipendono molto dal clima economico e dai tassi di interesse (di cui non parleremo per non complicare il discorso).
La Spesa Pubblica è composta da beni e servizi che lo stato eroga, dai sussidi come pensioni e indennità varie e dai pagamenti degli interessi per i debiti contratti dallo Stato negli anni passati. Se questi tre elementi sono superiori agli introiti che lo Stato ha attraverso le tasse, si parla di deficit.
Questo presupposto è necessario per parlare di natalità in Italia e in generale nei Paesi più ricchi del mondo.
Un altro presupposto necessario è un assunto di macroeconomia: gli investimenti sono l’unico modo che ha un Paese per crescere in maniera sana.
Fare debito, come di solito fa l’Italia, equivale a mangiare pane e cipolla per un anno per farsi una settimana al Twiga e avere foto da postare per massimo due mesi, che poi dal terzo sembri sfigato.
La ricetta magica per fare più figli
Pagare le tasse. Tutti quanti. Non l’assegno unico per i figli (grazie INPS per i 50 euro di questo mese, ne ho già spesi 27 di salviette umidificate oggi), non gli antiabortisti nei consultori o il Papa che se la prende con gli anticoncezionali.
Nel mio primo anno da madre, ho visto aumentare le spese della famiglia del 100%. Credimi sulla parola, ho l’excel delle spese e i confronti anno su anno. E ti assicuro che mio figlio non fa parapendio sui pony o altre attività amene che costano un occhio della testa.
Servono investimenti e la capacità politica di gestire il denaro. Altrimenti sai come finisce? Così.
Il PNRR prevedeva inizialmente la creazione di 264.480 nuovi posti in asili nido e scuole per l’infanzia entro dicembre 2025; il Piano rivisto dall’attuale governo prevede invece solo 150.480 posti e la scadenza è stata spostata a giugno 2026. Di conseguenza, la copertura prevista a fine progetto scenderebbe da 46 posti a 39 posti ogni cento bambini di 0-2 anni di età. Fonte.
Lo Stato deve smettere di perseguitare chi i figli non li vuole per scelta, ma garantire i servizi a chi i figli vuole farli, a chi ne vuole più di uno ma rinuncia e non perché non dorme più la notte.
Serve il congedo di paternità obbligatorio retribuito perché non è facendo tornare le donne in ufficio a 3 mesi dal parto che si evitano le discriminazioni, i licenziamenti o i demansionamenti.
Serve una volontà politica di lungo termine, che quasi nessuno dimostra, perché col bonus condizionatori prendi più voti.
Incipit della settimana
Cusk, Il lavoro di una vita, Einaudi (R).
Un libro terrificante sulla maternità, che ho letto parecchio tempo prima di diventare madre e che mi aveva scioccata. Non a tal punto da non diventarlo. Ma se cerchi un po’ di verità - e di crudezza - che vada oltre l’influencer incinta che si lamenta dei piedi gonfi, questo libro fa per te. Da NON regalare all’amica incinta.
52 week challenge
Il numero di oggi è 49.
Se il buongiorno si vede dal mattino, allora questa prima NL sarà la prima di una lunga serie che leggerò con interesse e anche piacere. Complimenti Brava Brava!
I bonus sono la diretta conseguenza di una politica dal fiato corto, populista, ma imputare queste scelte unicamente all’invecchiamento della popolazione mi parrebbe riduttivo; penso anche ad altri fattori, la bassa scolarizzazione, la marginalizzazione di una quota crescente della popolazione, il ruolo dei social media