Ep. 1 - Non sono loro, sei tu.
Un giorno mi sono svegliata - in tutti i sensi - e ho capito che dovevo risparmiare. Questa è la storia di come è iniziato tutto e di come puoi farlo anche tu.
I momenti apicali della mia relazione tossica sono stati due. Quando mi sono ritrovata a urlare “ma come è possibile?” davanti a una sfilza di persone in fila al bancomat in Piazza Massimo a Palermo e, qualche anno più tardi, quando mi sono presentata in lacrime sui Navigli all’ora dell’aperitivo e ai miei amici è toccato offrirmi da bere fino al mattino.
Vi prego, non cestinate questa newsletter, prometto che non avete di fronte un’ennesima Carrie Bradshaw in salsa di pomodoro che non vede l’ora di raccontarvi i suoi accolli sentimentali. Però Carrie Bradshaw mi ha rovinato la vita, perché una delle cause della mia relazione tossica è stata lei.
Quella volta in Piazza Massimo, quando ho urlato “come è possibile?” davanti a una sfilza di sconosciuti in fila al bancomat, avevo scoperto che sul mio conto c’era un centesimo di euro. 0,01 proprio. Un ramino. Avevo 19 anni.
Quella volta sui Navigli, quando mi sono presentata in lacrime all’ora dell’aperitivo e ai miei amici è toccato offrirmi da bere fino al mattino, avevo appena ricevuto la mail del commercialista. Dovevo pagare 12 mila euro di tasse. Dodici mila. Era il mio primo anno da partita iva, inutile dire che non avevo messo da parte nulla. E sul conto avevo poco più di 500 euro. Meno di un mese di affitto della mia stanza vista movida. Avevo 25 anni.
Ho sempre campato come Carrie Bradshaw, anche se non potevo. Non mi curavo della gestione dei soldi, anche se ho iniziato a guadagnarne di miei presto. Il mio primo stipendio l’ho speso da H&M. Tutto, in due ore. Ho rischiato di dover lasciare Milano perché, incredibile, non puoi uscire ogni sera a cena e pagare una stanza in centro.

Un giorno mi sono accorta che la mia relazione con il soldi era tossica. Ci ho messo sette anni a capirlo.
Se anche tu sei in questa situazione, ho una notizia. Non sono loro, sei tu. Ho anche un’altra notizia, ossia che se ne può venire fuori, con interventi più o meno radicali.
Ho fatto la prima cosa da fare
Ho scaricato e stampato tutti gli estratti conto degli ultimi 12 mesi e ho cominciato ad evidenziare in colori diversi le spese per diverse categorie. Ho trovato mivergognoadirequanti mila euro di taxi. Pranzi e cene fuori tre volte a settimana. Prelievi allo sportello di contanti che finivano in non so quali buchi neri. Vestiti. Prodotti beauty. E ancora taxi. Carte di credito. Una cifra che ogni mese superava il mio stipendio. Non ci potevo credere.
Nella cernita delle spese si trovano sempre i cosiddetti “topi morti”, gli addebiti ricorrenti di servizi in abbonamento dimenticati. Il mio topo morto preferito era il rinnovo automatico di un dominio per un blog che non ho mai aperto. Si chiamava cuOcaMe e ruotava intorno a ricette fantastiche tipo “usa il tostapane per riscaldare i croissant mulino bianco”. Che progetto pazzesco, vero?
Non puoi mettere da parte niente se non sai quanto e come spendi.
E poi ho tagliato il più possibile
La mia furia si è abbattuta su tutto quello che potevo tagliare. Per prima cosa, ho smesso di usare carte e bancomat e sono tornata ai contanti.
Ho fatto il calcolo delle spese fisse e imprescindibili (aka l’affitto e le utenze) e ho stabilito una cifra settimanale che potevo spendere per fare la spesa, comprare le sigarette, uscire. Prelevavo la cifra il lunedì, quello che avanzava alla fine della settimana lo chiudevo in un cassetto.
(Questa è una cosa un po’ estrema che non rifarei adesso. L’alternativa è pagare tutto con il bancomat per tenere traccia anche dei centesimi, ma all’epoca se chiedevi di pagare un caffè con il bancomat chiamavano la neuro.)
Ho chiamato l’azienda del gas, la compagnia telefonica, tutto quello che era una spesa fissa. Ho rinegoziato le tariffe delle mie utenze, qualche fornitore è finito sotto la mannaia dei tagli, ho trovato delle soluzioni più economiche.
Ho disdetto i servizi che non usavo da più di due mesi.
Ho smesso di andare per negozi come passatempo del weekend o per ingannare le attese. Dio solo sa quanta roba ho comprato da Zara in via Torino perché il tram che mi portava a casa aveva un tempo di attesa sopra i 5 minuti.
Vuoi iniziare anche tu?
Nel tirare giù le spese, può essere utile costruirsi una classificazione delle spese per aggregarle. Negli anni le mie macro categorie si sono evolute, ad oggi sono:
Casa
Figlio
Per gli altri
Spese personali
Salute
Spostamenti
Strumenti
Tempo Libero
Ciascuna macro categoria contiene diverse voci. Ad esempio in casa ci possono essere mutuo o affitto, spesa alimentare, utenze, in tempo libero si possono classificare libri, concerti ma anche cene fuori e aperitivi.
Vai sul tuo conto online e scarica i movimenti di conto dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno scorso. Di solito è un formato file excel.
Apri il file e tieni sono le colonne relative a data, tipo di operazione, descrizione, importo.
Aggiungi alla fine le colonne MACROCATEGORIA e DETTAGLIO.
Inizia a classificare manualmente ogni singola voce. È un processo lungo e tedioso ma ne varrà la pena.
Bonus: copia le mie voci
Per rendere il processo di classificazione più facile, ecco come ho organizzato il mio file. Se ci sono delle voci non pertinenti, puoi cancellarle. Se ne mancano alcune (ad esempio, io non ho l’auto quindi mancano benzina, assicurazione, bollo, giusto per fare un esempio) puoi aggiungerle.
“Io ho la macchina, in che macrocategoria la inserisco?” in Spostamenti. Oppure AUTO diventa una macrocategoria così puoi focalizzarti meglio su quanto ti costa avere una macchina. E il gatto? E le mie navi in bottiglia? Insomma, fai tu.
Incipit della settimana
Era una piovosa mattinata di settembre quando arrivai a Londra, le calze di lana e una sciarpa spessa a nascondere la pelle d’oca e gli occhi sbarrati per l’incredulità di fronte a tutto quello spietato grigiume. Allora, come oggi, Londra mi parve una città inspiegabilmente innamorata del colore grigio, decisa a esaltarlo in ogni sua singola, mesta versione.
Othega Uwagba, Dobbiamo parlare di soldi. Come il denaro ci cambia la vita.
Ed. Solferino.
52-week challenge 2024
Si tratta di un sistema molto semplice di risparmio che consiste nel mettere da parte ogni settimana la cifra corrispondente al numero della settimana stessa. Così facendo si arriva ad accumulare la bellezza di 1378 euro in un anno.
In sostanza, alla fine della prima settimana dell’anno, ossia domenica, si mette da parte un euro, alla fine della seconda, due euro e così via, fino ad arrivare alla 52esima settimana dell’anno in cui si mettono via 52 euro. Puoi farla anche al contrario.
Se sei qui è perché la conosci bene e magari hai anche seguito il mio metodo randomico. Quest’anno l’unico modo per seguirla random è iscriversi a questa newsletter.
Sì, hai capito bene, la facciamo anche quest’anno, senza template, senza estrazioni senza fuffa. La cifra la decido io, prendere o lasciare. Altrimenti puoi scaricare il prospetto tradizionale o inversa qui sopra.
Ciao, mi spiace per chi non sta riuscendo a scarica i template.
Provate da computer o cambiate browser e fatemi sapere
Adoro! grazie girl!!!
mi unisco al coro che non riesce a scaricare il prospetto challenge. bye